Nascosta tra le maestose cime delle Dolomiti, patrimonio UNESCO, la Val Gardena custodisce una tradizione artistica e artigianale unica nel suo genere: l'arte dell'intaglio del legno. Una storia che risale a più di tre secoli fa e che ancora oggi rappresenta non solo un'attività economica importante per la valle, ma anche un'espressione culturale che ne definisce l'identità.
In questo articolo, esploreremo le origini, l'evoluzione e le caratteristiche di questa affascinante tradizione che ha saputo resistere al passare del tempo, rinnovandosi continuamente pur mantenendo le proprie radici profonde nella cultura locale.
Le origini dell'intaglio gardenese
La tradizione dell'intaglio del legno in Val Gardena ha origini antiche, ma è nel XVII secolo che questa pratica inizia a strutturarsi come vera e propria attività artigianale diffusa. Durante i lunghi mesi invernali, quando l'agricoltura e la pastorizia erano impossibili a causa della neve, gli abitanti della valle iniziarono a dedicarsi alla lavorazione del legno per integrare il proprio reddito.
Secondo documenti storici, i primi intagliatori gardenesi erano contadini che, con semplici strumenti, creavano giocattoli e utensili domestici. Progressivamente, grazie anche all'abbondanza di materia prima – principalmente legno di cirmolo, pino e tiglio – e alla trasmissione familiare delle tecniche, si sviluppò una vera e propria scuola gardenese dell'intaglio.
"Nelle mani dei nostri antenati, un semplice pezzo di legno poteva trasformarsi in un racconto, in una preghiera, in un gioco. Questa è l'eredità che portiamo avanti." - Josef Moroder, maestro intagliatore
Un momento decisivo per lo sviluppo di questa tradizione fu il XVIII secolo, quando l'intaglio gardenese conobbe una rapida crescita e una specializzazione maggiore. In questo periodo nacquero le prime botteghe familiari e iniziò la commercializzazione delle sculture al di fuori della valle.
L'evoluzione: da attività familiare a industria artistica
Nel XIX secolo, la produzione di sculture lignee in Val Gardena subì una trasformazione significativa. Da attività prettamente domestica e stagionale, divenne una vera e propria industria artistica. Le famiglie iniziarono a specializzarsi in fasi diverse della lavorazione, creando un sistema produttivo complesso ma efficiente.
In questo periodo si sviluppò un modello organizzativo particolare, conosciuto come "sistema Stellage". I commercianti della valle viaggiavano per l'Europa portando con sé campioni di sculture, raccoglievano ordini e poi distribuivano il lavoro tra le varie famiglie di artigiani, ciascuna specializzata in una fase specifica: chi sbozzava il legno, chi definiva i dettagli, chi si occupava della colorazione o della finitura.
Fu grazie a questo sistema che, verso la fine del XIX secolo, la Val Gardena arrivò a esportare le proprie opere in tutta Europa e oltre, guadagnandosi una reputazione internazionale per la qualità delle sue sculture, in particolare per le statue religiose e i presepi.
La formazione degli intagliatori
Un altro momento cruciale per la tradizione dell'intaglio gardenese fu la fondazione, nel 1872, della Scuola d'Arte di Ortisei (Scola d'Ert). Questa istituzione, una delle prime scuole d'arte al mondo dedicate specificamente all'intaglio del legno, ha svolto e continua a svolgere un ruolo fondamentale nella formazione dei giovani scultori e nella preservazione delle tecniche tradizionali.
Alla Scuola d'Arte, gli studenti imparano non solo le tecniche di intaglio e scultura, ma anche disegno, anatomia, storia dell'arte e altre discipline complementari che permettono loro di sviluppare una sensibilità artistica completa.
Oggi, dopo un periodo di formazione scolastica, molti giovani scultori gardenesi completano il loro apprendistato presso botteghe artigiane, dove perfezionano le loro abilità lavorando fianco a fianco con maestri esperti, spesso membri della stessa famiglia, in una catena di trasmissione del sapere che dura da generazioni.
Le caratteristiche dell'intaglio gardenese
Cosa rende unico l'intaglio della Val Gardena? Quali sono gli elementi distintivi che permettono di riconoscere un'opera proveniente da questa tradizione? Ecco alcuni tratti caratteristici:
- Materiali: Tradizionalmente, le sculture gardenesi vengono realizzate in legno di cirmolo (pino cembro), apprezzato per la sua stabilità e resistenza, oltre che per il profumo particolare. Altri legni comunemente utilizzati sono il tiglio, più morbido e facile da lavorare, ideale per dettagli minuti, e l'acero.
- Tecnica: Gli scultori gardenesi sono noti per la loro straordinaria abilità nella resa dei dettagli anatomici e delle espressioni. Le pieghe dei vestiti, i capelli, i tratti del viso vengono lavorati con estrema precisione.
- Temi: Storicamente, i soggetti principali erano di carattere religioso: Madonne, crocifissi, santi, presepi. A partire dal XX secolo, la produzione si è diversificata includendo soggetti laici, animali, figure di genere e opere d'arte contemporanea.
- Finitura: Le sculture possono essere lasciate al naturale, mostrando la bellezza del legno, oppure dipinte con colori vivaci secondo una tecnica tradizionale chiamata "fassung", che prevede l'applicazione di diversi strati di gesso e colore, spesso con dorature.
Il processo di creazione
La realizzazione di una scultura in legno secondo la tradizione gardenese segue un processo ben definito:
- Progettazione: Lo scultore inizia con un disegno o un modello in argilla per studiare forme e proporzioni.
- Sbozzatura: Con seghe e accette, viene data una forma approssimativa al blocco di legno.
- Sgrossatura: Utilizzando scalpelli più grandi, l'artigiano definisce i volumi principali della scultura.
- Definizione dei dettagli: Con utensili sempre più piccoli e precisi, vengono scolpiti i dettagli anatomici, le espressioni del volto, le pieghe dei vestiti.
- Levigatura: La superficie viene resa liscia attraverso un accurato lavoro di carteggiatura.
- Finitura: A seconda del risultato desiderato, la scultura può essere lasciata al naturale, trattata con cere o olii, oppure dipinta secondo la tecnica della "fassung".
Questo processo può richiedere da alcune settimane a diversi mesi, a seconda della complessità dell'opera e delle dimensioni.
Tradizione e innovazione: l'intaglio gardenese oggi
Oggi, la Val Gardena conta circa 200 laboratori di scultura, molti dei quali sono gestiti da famiglie che praticano quest'arte da generazioni. Accanto a botteghe che continuano a produrre opere seguendo i canoni tradizionali, sono emersi scultori che propongono interpretazioni contemporanee, sperimentando con forme, finiture e combinazioni di materiali.
La modernità ha portato con sé sfide e opportunità. Da un lato, la concorrenza di prodotti industriali a basso costo ha reso più difficile la sopravvivenza economica di alcuni laboratori tradizionali. Dall'altro, l'unicità e l'autenticità delle opere artigianali gardenesi hanno trovato un nuovo pubblico di apprezzamento in un'epoca sempre più dominata dalla produzione di massa.
Le nuove tecnologie sono state integrate nel processo creativo: software di progettazione 3D, macchinari a controllo numerico per la sbozzatura iniziale, strumenti elettrici che affiancano (ma non sostituiscono) quelli tradizionali. Tuttavia, il cuore dell'arte rimane lo stesso: la manualità, la sensibilità artistica, la pazienza e la dedizione dell'artigiano.
Il riconoscimento culturale
L'importanza culturale dell'intaglio gardenese è riconosciuta a livello istituzionale. Nel 2010, questa tradizione è stata inserita nel Registro delle Espressioni di Identità della Provincia Autonoma di Bolzano, un passo importante verso la possibile candidatura come Patrimonio Culturale Immateriale dell'UNESCO.
Numerosi musei in Val Gardena, come il Museo della Val Gardena a Ortisei, espongono collezioni storiche di sculture, utensili e documenti che raccontano l'evoluzione di questa tradizione, contribuendo a preservarla e a farla conoscere ai visitatori.
Conclusione
L'arte dell'intaglio del legno in Val Gardena rappresenta un esempio straordinario di come una tradizione artigianale possa evolversi nel tempo, adattandosi ai cambiamenti sociali, economici e artistici, senza perdere la propria autenticità e il profondo legame con il territorio.
Ogni scultura gardenese non è solo un oggetto di bellezza, ma racchiude in sé storie di famiglie, competenze tramandate di generazione in generazione, e la resilienza di una comunità che ha saputo trasformare una necessità economica in un'espressione culturale riconosciuta in tutto il mondo.
Visitare la Val Gardena offre l'opportunità unica di vedere questi artigiani al lavoro, di ammirare le loro creazioni nei numerosi negozi e gallerie della valle, e di comprendere come la tradizione possa essere un elemento vivo e vitale anche nel mondo contemporaneo.